Alga coda di pavone 2022

Franca Pisani

Segnata profondamente dal proprio percorso nell’esperienza poetico-letteraria-performativa propria della poesia visiva e da un approccio concettuale all’intervento artistico: nel 1976 nasce dunque l’esperimento di poesia visiva di Album Operozio, pubblicazione artistica manuale e indipendente che nel biennio di attività (1976-78, sei numeri) garantisce agli artisti invitati una totale libertà espressiva, in aperta polemica con l’arte tradizionale della quale si rifiutano tecniche, supporti e finalità.


A questa rivista-opera segue Manumissio del 1977 con il quale Franca Pisani redige un manifesto lontano dall’arte concettuale a temperatura fredda mentre auspica un ritorno sempre più serrato al manufatto e, di conseguenza, all’artista in quanto individuo. Tra la fine degli anni settanta e tutto il decennio successivo, Pisani si allontana dalle scene pubbliche per rifugiarsi in una ricerca segnico-formale di stampo sia personale che sociale. Sempre più rare diventano le sue apparizioni pubbliche.

Con l’approssimarsi del nuovo millennio invece si rinnova il suo interesse per il “segno” che diventa, per lei, elemento di ribellione passiva nei confronti dell’arte imperante. Numerose in questo periodo sono le collaborazioni con enti museali, istituzioni pubbliche e gallerie private sul panorama sia nazionale che internazionale.